L'esperimento McGrew-McFall del 1990: La fine dell'astrologia?

Qualcosa è andato storto

Qualcosa è andato storto…

 

Nota: Se ci sono dei termini tecnici che non capite provate a vedere il mio glossario.

Introduzione

 

Come promesso provo a esaminare l’esperimento McGrew & McFall 1990 di cui si parlava in questo articolo del CICAP: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=273506.
Si tratta di un esperimento molto interessante e degno di nota, condotto con una reale collaborazione tra astrologi e
ricercatori (o, almeno, non ho sentito di situazioni simili a quelle riscontrate nell’esperimento di Carlson).

Il livello di collaborazione è stato talmente elevato che i due autori affermano che, i sei astrologi che hanno partecipato all’esperimento, erano molto felici di partecipare a un test organizzato tenendo veramente conto dei suggerimenti degli astrologi, vedendola come un’occasione per dimostrare una volta per tutte la validità di quest’arte millenaria.

Purtroppo non andò così: nessuno dei partecipanti superò il test, dando quindi ai ricercatori invece l’impressione di aver confutato l’astrologia.

Oltre alle giustificazioni addotte dai partecipanti per il loro fallimento, anche altri astrologi hanno scritto degli articoli su questo esperimento. Ho trovato questi due testi: http://www.astrologicalreviewletters.org/2014/06/cognitive-bias-in-mcgrew-and-mcfall.html e questo (più sintetico) http://www.astrologer.com/tests/mcgrew.htm.

Tuttavia molte delle critiche poste non mi trovano d’accordo, per cui provo a dire la mia.

 

L’esperimento

 

Qui si può trovare l’articolo pubblicato dai due ricercatori per presentare i risultati dell’esperimento: http://www.skepticalmedia.com/astrology/Scientific%20Inquiry%20into%20Astrology.pdf.
In pratica hanno chiesto all’ “Indiana Federation of Astrologers” (un’organizzazione di astrologi dello stato dell’Indiana, lo stato dove vivono i due psicologi) di fornirgli un campione di sei astrologi di provata capacità.

Gli astrologi vengono quindi incaricati di associare 23 temi natali ai rispettivi proprietari in base a una serie di informazioni.
Queste informazioni sono di vario tipo: una foto a figura intera, un test vocazionale, un test di personalità e una serie di domande aperte (ben 61) concordate dagli stessi astrologi, domande che vertono su temi più vari: interessi, passatempi, vita sentimentale, convinzioni religiose, date di eventi significativi, attitudine verso l’autorità, situazione familiare, colori preferiti e altro ancora; molti di questi dati non possono essere ricavati da nessun test psicologico esistente,
ma sono molto utili a un astrologo per una corretta identificazione, e gli astrologi risultarono comprensibilmente felici di poter avere accesso a simili informazioni.

Qualcuno potrà pensare che, una volta che gli astrologi hanno le risposte a ben 61 domande decise da loro, i test psicologici siano superflui.
Tuttavia possono invece rivelarsi piuttosto utili perché forniscono un’immagine “esterna” delle persone esaminate. Chi risponde a domande aperte spesso tende a dare di sé un’immagine più positiva del reale, perciò molti psicologi preferiscono domande a risposta chiusa con una scala di punteggi, spesso con sistema bipolare (ad es. -5 = introverso; +5 = estroverso) per ridurre il rischio che uno dia la risposta che crede venga valutata più positivamente. Naturalmente questo rischio non è eliminato del tutto (
oltre a eventuali condizionamenti culturali, si pensi alla domanda sull’estroversione in un questionario somministrato durante una selezione per un lavoro a contatto col pubblico).
Il test vocazionale, inoltre, è utile perché i soggetti esaminati potrebbero non avere trovato il lavoro per cui sono più adatti, in particolare in questo caso dato che, come vedremo, le persone esaminate erano piuttosto giovani.
Quindi la presenza di test psicologici interpretati da esperti del settore, può rappresentare una valida integrazione alle domande a risposta aperta pensate dagli astrologi.

Anche nella scelta dei soggetti le esigenze degli astrologi sono state prese in considerazione: gli astrologi hanno chiesto soggetti di un’età uguale o superiore ai 30 anni e che svolgessero lavori molto diversi tra loro.

Gli accademici raccolsero 23 volontari di 30-31 anni (una grande differenza di età avrebbe facilitato l’identificazione della data di nascita solo in base alla foto).

I soggetti scelti praticavano professioni molto varie come richiesto; nell’articolo fanno otto esempi: una prostituta, il figlio sfaccendato di un politico, un barbone, un avvocato, uno showman, un marinaio, un giornalista e un pompiere.

Gli astrologi sono quindi incaricati di associare un tema natale a ciascun profilo, indicando quanto sono sicuri della scelta tramite una percentuale; con anche la facoltà di indicare scelte alternative.

Ebbene gli astrologi fecero una misera figura associando correttamente un numero di profili variabile tra zero e tre.

 

Punti critici dell’esperimento

 

Innanzitutto bisogna accennare al fatto che, elaborare un test psicologico, non è come misurare l’altezza o il peso di una persona. Il margine di errore è molto maggiore e, un eventuale errore di interpretazione da parte degli psicologi nell’interpretazione dei test forniti ai soggetti, potrebbe aver fuorviato gli astrologi.
Non conosco in dettaglio i test che sono stati somministrati ai volontari, posso solo dire che spesso, i test con domande a risposta chiusa a cui mi è capitato di rispondere, avevano anche domande che non avevo l’impressione fossero applicabili al mio caso, e quindi ho dovuto quasi inventare una risposta, ma col timore di alterare il test. Tuttavia quest’ultima obiezione potrebbe essere dovuta solo alla mia ignoranza in materia di psicologia.

Usare soggetti di 30 anni riduce l’utilità della professione svolta, perché non è detto che a quell’età si sia già trovato il proprio lavoro principale, anche negli Stati Uniti, la “terra delle opportunità”. Tuttavia questo problema potrebbe essere mitigato dal test vocazionale che, se i psicologi hanno fatto un buon lavoro, può correggere eventuali discrepanze e permettere comunque una corretta identificazione.
Concludo con
quello che credo essere stato il problema principale che ha afflitto l’esperimento: l’illusione che sia tutto nel tema natale.
Non è così e non può essere così, nella stessa ora e luogo possono nascere contemporaneamente il figlio di una famiglia di ricchi imprenditori cattolici e la figlia di poveri pescatori atei. Tra le vite dei due si potranno certamente notare parallelismi e somiglianze, ma complessivamente saranno piuttosto diverse.
N
el tema natale si vedono quali influssi la persona è chiamata a esprimere, ma si hanno informazioni piuttosto limitate circa il contesto in cui si esprimono.
A seconda del contesto le stesse influenze si possono esprimere in maniera molto diversa, anche distorta, facendo eventualmente la differenza tra una vita onesta e una criminale.

Una nascita è come l’introduzione di una variabile in un sistema, il risultato dipende dalle caratteristiche del sistema e dalla loro compatibilità colla variabile inserita.
Ad esempio versare dell’acqua può
portare conseguenze molto differenti: se la verso su una pianta il risultato sarà positivo; se la verso sul pavimento sarà nullo o lievemente negativo e, infine, se la verso in un’apparecchiatura elettronica accesa, avremo combinato un brutto guaio: il tema natale permette di conoscere la variabile, ma fornisce informazioni piuttosto limitate sul sistema in cui viene inserita.

Ad esempio il tema natale del figlio sfaccendato del politico potrebbe non esser molto diverso da quello del barbone.
Non solo, il tema del pompiere potrebbe mostrare una forte influenza di Marte (pericolo, fuoco) che potrebbe essere mostrata anche nel tema dell’avvocato (Marte come contese e conflitti), mentre magari il tema di un collega del pompiere potrebbe mostrare influenze piuttosto diverse (come l’influenza di segni di fuoco, o del Sole; oppure la presenza di elementi che mostrano più l’aiuto agli altri).

Non escludo che, un astrologo che abbia lavorato con molte natività di pompieri e di avvocati spinti alla professione da una forte influenza di Marte, possa individuare facilmente indizi che aiutino a distinguere i due casi, ma senza un’esperienza di questo tipo distinguere tra i due potrebbe essere più difficile di quanto si possa pensare di primo acchito.

Credo quindi che sia questa la principale ragione del fallimento degli astrologi coinvolti: da un lato hanno sopravvalutato le potenzialità del tema natale e dall’altro hanno forse avuto troppa leggerezza nel cercare indizi che permettessero di identificare i temi che esprimevano le caratteristiche indicate nei questionari.

Anche perché probabilmente 23 temi natali sono troppi, con un forte rischio di trovare più carte compatibili colle informazioni cercate.
Si può capire che individuare le carte corrette all’interno di gruppi di due o forse anche tre profili possa far temere colpi di fortuna, ma 23 sono veramente eccessivi.
È vero che i due ricercatori affermano che, quando hanno esposto i risultati a una conferenza presso l’Indiana Federation of Astrologers, i presenti hanno reagito con incredulità e si sono divisi in gruppi, ciascuno dei quali lavorava solo su cinque soli profili, fallendo anche con questo set più ridotto.
Ma probabilmente costoro hanno lavorato troppo in velocità, avrebbero probabilmente fatto meglio a portarsi i profili a casa e lavorarci per qualche giorno.

 

Le conclusioni dei soggetti coinvolti

 

Il fallimento degli astrologi coinvolti è incontestabile e, comprensibilmente, ricercatori hanno creduto di aver confutato l’astrologia.

Costoro hanno fatto anche alcune strane considerazioni, ad esempio mostrando stupore per il fatto che i sei astrologi, che pure dicevano di seguire lo stesso approccio (sei astrologi che applicano lo stesso metodo? Sul serio?) siano giunti a risultati molto diversi tra loro.
Costoro si aspettavano che le associazioni tra temi natali e profili forniti sarebbe stata identica se si usava lo stesso metodo,
ma nell’astrologia il fattore umano è molto rilevante e, anche applicando lo stesso metodo (sul serio?), c’è un grande margine di discrezionalità interpretativa; anche perché si esaminano persone, non oggetti.

Se tutti avessero sbagliato convergendo sugli stessi profili, forse l’astrologia (o almeno quella scuola astrologica) sarebbe stata confutata, ma se i risultati non convergono semplicemente gli astrologi hanno sbagliato in maniera diversa; c’era un unico caso in cui potevano realmente convergere… e cioè associando i profili correttamente.

Tuttavia, riflettendo sulla questione, McGrew e McFall hanno avuto anche un’intuizione forse un po’ eccessiva, ma parzialmente corretta: affermano cioè che la complessità dell’astrologia può portare a trovare conferme nei temi natali per qualunque cosa si voglia trovare.
Gli esseri umani sono creature complesse e contraddittorie, dentro ognuno di noi c’è di tutto, anche Gandhi avrà desiderato la morte di qualcuno in qualche occasione; quindi è probabile che, se invece di stare attenti a vedere cosa
è veramente influente nella carta si cerca quello che vogliamo noi, si facciano grossi errori.

Nonostante i due ricercatori abbiano avuto modo di confrontarsi con degli astrologi, sembrano aver conservato un’immagine piuttosto approssimativa della disciplina.
Costoro affermano infatti che selezionare un insieme di dati corretti tra 23 è molto più facile che ricavare questi dati da un tema natale, considerate le infinite combinazioni possibili.
Potrebbe anche essere
più facile, ma in realtà gli astrologi ricevono dai clienti delle informazioni di supporto, molte delle quali simili a quelle raccolte nell’esperimento, in modo che si possa capire in che contesto si stanno esercitando le influenze mostrate dal tema natale.
Infatti un cliente non va dall’astrologo per testarne l’abilità, ma per avere informazioni o risolvere un problema, collabora quindi con lui fornendogli più informazioni possibile.

L’Indiana Federation of Astrologers rimase molto stupita dai risultati della ricerca. Tentò quindi di abbozzare una difesa pubblicando un articolo nel “Journal of Research of the American Federation of Astrologers” affermando: “... In molti casi la risposta corretta conteneva gli attributi che avevamo scelto, ma in una differente posizione [astrologica]... Un grande errore è stato concordare l'uso di soggetti giovani. Si trattava del gruppo caratterizzato dalla congiunzione Saturno/Nettuno, naturalmente, che produsse molte anime perdute... Come la medicina, il diritto, la teologia, l'astrologia potrebbe non dare sempre risultati quantificabili - ma cionondimeno funziona.” (citazione presa dall’articolo di McGrew e McFall)

Personalmente non credo che la congiunzione Saturno/Nettuno possa creare una serie di natività impermeabili a un test scientifico; ritengo invece che l’affermazione riguardo all'età dei soggetti sia almeno in parte corretta perché, come ho già accennato, non è affatto detto che abbiano già trovato la propria vocazione, nella maggioranza dei casi, comunque, la personalità dovrebbe essersi sviluppata completamente o quasi.
Invece, l'affermazione riguardante la posizione degli attributi scelti è semplicemente un'ammissione di colpa, di negligenza da parte degli astrologi coinvolti nell'esperimento, che avrebbero dovuto probabilmente approfondire meglio l'esame dei temi natali per individuare tutte le carte concorrenti e capire qual'era qual era quella giusta. Va comunque riconosciuta la difficoltà del test, legata anche all'elevato numero di soggetti.

Davanti a una simile reazione non è da stupirsi se, i due psicologi, concludono l’articolo mostrando stupore per la resistenza di certe credenze davanti a prove sconfortanti.

Tuttavia, quello che sfugge ai due ricercatori, è che gli astrologi hanno già visto funzionare la loro disciplina nella loro pratica quotidiana. Quindi, un test che non la dimostra, ai loro occhi può essere un test con qualcosa che non va o un test eseguito male dagli astrologi, ma non può certo rappresentare la confutazione dell'astrologia.

- Il Gatto